17/02/08

In onore del Maresciallo Pezzulo

Non ho mai preteso che i miei figli seguano le cosiddette "orme" del padre, perchè potrebbe esser una forzatura e un autocompiacimento d' aver creato qualcosa a propria immagine e somiglianza.
Mi auguro che possano trovare la loro strada in cui esprimere al meglio il proprio potenziale positivo per se stessi e per gli altri. Questo, quindi, non esclude che comunque possano seguire nella vita il padre, sarà però una loro libera scelta.
Ma e' straordinariamente ammirevole che la figlia di Pezzulo, in un' atmosfera drammatica e carica d'emozione, dica di continuare il lavoro interrotto del padre e di non preoccuparsi perchè assisterà lei la madre.
Non ci devono esser parole per commentare una tale esposizione, nobile, trascendente e piena di speranza, perchè la ragazza non sente il padre morto o perso, ma lo percepisce presente anche se fisicamente lontano. Non c'e' rancore contro la vita, non c'e' rancore contro la situazione che ha condotto alla perdita.
Rimane una grande volontà ed un coraggio di dispiegarsi libera e di volare laddove il suo idealismo lo porta.
Pezzulo e' stato ucciso da talebani in Afghanistan. Apparteneva al Cimic, unità multinazionale con compiti di ricostruzione e supporto alla popolazione nei teatri operativi dove avvengono gli interventi umanitari.
Per i talebani, che sicuramente non distinguono etichette e denominazioni, essendo un soldato straniero era un nemico, perchè apparteneva a quella parte del mondo che cerca di portare la cultura del diritto e della tolleranza in una nazione barbara.
Ostacolando i loro redditizi traffici internazionali e consolidati di droga e di persone, alimentando la cultura dell' odio e della distruzione, dell' alienazione dal progresso civile.

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