02/07/12

Questione di campanili cioè il nuovo scandalo nella ricostruzione in Emilia Romagna

8.000,00 euro, costo di una demolizione con microcariche d' esplosivo, che provoca una implosione dell' edificio
50.000,00 euro, costo della ricostruzione impiegando il materiale di riporto e cemento;
incommensurabile è il vantaggio per gli abitanti della zona rossa (attorno al campanile) di tornare nelle proprie case

da confrontare con



500.000,00 euro, il costo della ricostruzione conservativa non distruggendo il campanile, come intende fare la Sovrintendenza alle Belle Arti.

La Sovrintendenza alle Belle Arti ha posto sotto tutela gli edifici storici delle zone terremotate, di comune valore e specie, impedendone di fatto il loro abbattimento e la semplice ricostruzione, e creando la premessa per una profittevole ricostruzione conservativa degli stessi.
Ci si può chiedere, ancora una volta, a chi giovi questa decisione, che ha degli inquietanti punti di contatto con la ricostruzione (ad oggi incompleta) della città de L'Aquila.
La notizia è trapelata dagli abitanti della zona, di fatto ancora sfollati dalla zona rossa, posta sotto la tutela della Sovrintendenza.
Si veda l' articolo apparso sul Corriere della Sera (2.7.2012) dove gli abitanti di un quartiere di Cento si sono dichiarati  totalmente a favore, con una raccolta di firme,  dell' abbattimento del campanile pericolante pur di tornare nelle loro case. Il campanile riveste un' importanza artistica modesta, può esser facilmente ricostruito dopo una demolizione controllata.
La soluzione prospettata invece dalla Sovrintendenza e' la messa sotyto tutela del campanile e il recupero dello stesso impieganto macchinari sperimentali (un gru con braccio snodabile che inietta resina nelle crepe) per permetterne il recupero.
La soluzione, dalla stesso sindaco, viene definita "sperimentale" in quanto i Vigili del Fuoco, comunque, si dovranno pronunciare sulla stabilità ed agibilità dell' edificio.
Inutile dire che sino al termine di questa operazione, sperimentale, gli abitanti della zona rossa non potranno accedere alle loro case.
Il quotidiano, inoltre, omette di evidenziare i costi dell' operazione.

Il terremoto, quindi, è un business per qualcuno.
Anche questa volta si abusa della buonafede della gente comune, facendo leva sull' emotività dell' evento.

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