21/12/09

Arbeit macht frei - il lavoro rende liberi


E' di ieri (19.11.2009) la notizia (qui in polacco traducibile on-line) che la scritta d' ingresso al campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, è stata ritrovata grazie all' aiuto fornito dalla popolazione.
Cinque persone, con precedenti penali, sono stati arrestate e, direttamente, non sembrano legate a gruppi neonazisti.
La scritta è, purtroppo, profondamente simbolica e rubarla in un periodo sfavorevole dell' anno (in cui le condizioni sono pù difficili a causa della neve) ed a ridosso della ricorrenza della liberazione del Campo in gennaio, non è sicuramente casuale.
E' come rubare in un cimitero: mancato rispetto ai morti che sono presenti in quel posto.
Potrebbe esser facilmente un furto su commissione: la scritta è ingombrante ( e' stata trovata già tagliata in tre pezzi per poterla contrabbandare più facilmente) e avrebbe potuto esser ben pagata da un collezionista di necrofilia nazista.
E' triste pensare che queste cose possano ancora accadere nella mente malata di qualcuno, in una mente sicuramente devastata dal male e dal piacere di provare soddisfazione con il dolore altrui.
E' difficile pensare che gli sforzi di piu' persone possano esser uniti nel concepire un atto necrofilo e di profanazione.
In queste situazioni, la giusta ed evidente pena fisica dovrebbe esser quella di ricostruire il monumento nelle condizioni in cui era, ad espiazione parziale della colpa.

Vorrei concludere questo post riportando la poesia di Pablo Neruda "Inno alla vita", suggeritami oggi dalla cara M. a memoria di suo marito, appena scomparso.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marea,

chi non rischia e chi non cambia il colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione,

chi preferisce nero su bianco ed i puntini sulle “i”

piuttosto che una serie di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore ed ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza,

per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita

di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge e chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordiamoci sempre che essere vivo

richiede uno sforzo di gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare.