28/11/08

Perenzione amministrativa: un aggiornamento.....

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leggere qui ultimo post a proposito
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Il noto settimanale "L'Espresso" dedica un riquadro ("La lobby non fa credito") all' ultima "sola" regalataci dal governo precedente. Qualcosa si muove, dopo l' interpellanza parlamentare del Sen. Paravia: il sottosegretario all' Economia Giuseppe Vegas ha preso a cuore il problema.



Riassumo "brevemente" la "sola" rifilata all' industria:

  • l' "istituto" della perenzione amministrativa restituisce i fondi assegnati alle commesse industriali dopo un "tot" di anni allo Stato....
  • prima dell' ultimo governo, il limite di tempo erano sette anni (in altri termine, il legislatore supponeva che i fondi non fossero piu necessari, perchè i lavori erano conclusi)
  • il governo Prodi ha abbassato il limite da sette a tre anni, quando praticamente tutte le attività con un minimo di progettazione e complessità sono in corso....
  • conseguenza: tutte le aziende, con il diritto di poter fatturare, non possono esser pagate a causa di questa legge...
  • D' altra parte, non possono neanche interrompere le lavorazioni, perchè altrimenti andrebbero incontro alle penali...
  • se non dopo la reiscrizione a bilancio dell' importo dovuto.
  • La reiscrizione a bilancio avviene con decreto del Ministro dell' Economia.

Quando?

  • "Quanno ce sono li sordi" e dopo (almeno) 18 mesi necessari per completare le carte.

Perchè è una autentica fregatura: perchè le aziende comprendono di esser state "bidonate" dopo i circa sei mesi che normalmente servono per esser pagate, quando vengono informate della necessità di compilare una domanda in carta bollata per lo scopo!

Un problema aggiuntivo: i fondi che normalmente servono per coprire le emergenze dei fondi perenti sono esauriti, perchè erano dimensionati alle annualità precedenti.

Quindi Tremonti dice: ma se sto scrivendo la Finanziaria per tagliare le spese dello Stato...dove trovo i

27 MILIARDI

che servono per i fondi perenti (che non erano previsti)?

Il pericolo è che tutto passi sotto silenzio....

Quindi: scrivete alla Confindustria, all' Espresso, all' Onorevole Vegas, al Senatore Paravia affinchè non venga dimenticata questa "fregatura" e portata sulla stampa nazionale.

Non ha senso parlare di pacchetto anticrisi quando molte aziende rischiano di chiudere a causa dei mancati pagamenti per legge da parte dello Stato!

Blogautori......unitevi, riportate la notizia!

24/11/08

Deflazione



Vietato parlarne. A qualcuno e' scappata la parolina (deflazione) ma subito è stata censurata.
In televisione si parla unicamente di aumentare i consumi e di spingere gli acquisti.
Se "inflazione" significa un aumento dei prezzi per la stessa quantità di un bene (la famosa inflazione tedesca postbellica, quando lo stesso bicchiere di birra costava di più alla fine che all' inizio di un pranzo, deflazione e' la riduzione dei prezzi dei beni, al passare del tempo).

A qualcuno potrebbe sembrare un fenomeno positivo, la condizione in realtà è diversa. Le cose costano meno perchè nessuno le compra, non avendo soldi.
Quindi, il venditore riduce il prezzo di vendita, nel tentativo di collocarle. In questo modo, rischia di produrre una perdita piuttosto che un profitto.
Quindi, deflazione è una malattia dell' economia, che non gira, che si sta ridimensionando, dove i rami morti ed i prodotti inutili periscono.
Per evitare (impossibile, visto che viviamo in un mondo connesso) o per ridurre gli effetti di questa situazione, i governi sostengono l' economia (vedi la tessera sociale, vedi i bonus, la riduzione dell' IVA), con misure temporanee non definitive.

In realtà, nelle situazioni di crisi, parassodale a dirsi, non bisogna solo risparmiare di più ma anche vendere di più.
Bisogna aumentare il fatturato, cercando nuovi mercati e nuove opportunità.
L' alternativa è ridursi in miseria, cercando di contenere i consumi e di cadere in una depressione psicologica che condiziona la combattività sul lavoro.
In questa vitalità, in questa capacità di recuperare gli errori, di adattarsi a nuove situazioni sta la forza di un popolo.
L' Italia, come talte altre nazioni europee, ha sconfitto la guerra, è stata capace di un miracolo economico negli anni '60, si è ricostruita. Cosi' la Germania...
In questi anni, l' Italia ha perso la combattività e l' intelligenza del popolo latino.
Siamo prigionieri di una classe politica non formata da statisti ma da piccoli principi e podestà che governano, di una economia che scimmiotta quella americana, di una società ipergarantista, dove si ricerca la perfezione quando si è passibili di arresto per lasciare una lavatrice od un frigorifero sul marciapiede (dove accade, lo scandalo e' duplice: si lascia il frigorifero ed il marciapiede non esiste), dove le varie forme di mafia rubano e contaminano lo Stato ed il Prodotto Interno Lordo, dove siamo diventati la barzelletta del mondo grazie alla Alitalia Nazionale....

Ma, rispetto agli anni 60, abbiamo (avremmo) una chance in piu'. Una volta l' economia era confinata tra le patrie mure , si parlava di dazi e difficoltà d' export. Oggi, la connessione è globale. La vera salvezza per aumentare il fattuirato e' esportare, quindi lavorare di più, impegnarsi di più e definitamente abbandonare la mentalità dell' "assistito" sociale. Guardare oltre e lontano...

Italia, insomma, svegliati, ma da sola.....senza aspettare che gli altri ti addormentino.