14/01/10

"Per capire cosa penso....

...devo parlare con un altro". Cioè, viviamo in un sistema interconnesso con gli altri dove la comprensione di noi stessi, può avvenire attraverso la reazione del nostro interlocutore alle nostre parole.

Citazione di Anonimo (?) il 14.1.2010 - in una serata grigia d' inverno alle 19.10

10/01/10

Il possesso dell' altro



Ogni tanto, le relazioni personali evolvono pericolosamente dalla simpatia, cioè dall' esser all' unisono ed in armonia, al desiderio di possesso dell' altro. Spesso questa tendenza non è simmetrica, cioè o si possiede o si viene posseduti. La mia è stata un' esperienza dolorosa, perchè il possesso dell' altra persona presuppone un' immaturità affettiva. Nasciamo e moriamo soli, in realtà non siamo mai di nessuno. Il possesso altrui nasce solo nella mente del nostro partner, per paura di perderci.

Il possesso può nascere nella mente del genitore nel riguardo del figlio, nella mente del partner, nei confronti dell' amante e cosi via.

Secondo me, il possesso si sovrappone pericolosamente con l' egoismo e la gelosia, generando reazioni che sono pericolose. Inoltre, il possesso non ha niente a che fare con l' amore: se esiste amore, si sta vicino naturalmente, senza pretendere il controllo dell' altro, senza porsi i problemi di gelosia, perchè esiste la chiave di comprensione dell' altro.
Certo, possiamo esser tutti immaturi e vengo dati dei segnali, che determinati atteggiamenti provocano un distacco piutttosto che un avvicinamento. Questo processo dovrebbe portare a quello che, in buddhismo, viene chiamata compassione.
Se manca, purtroppo, c'e' una separazione temporanea, dolorosa, con la certezza che, prima o poi, ci s' incontrerà di nuovo, perche' certi sentimenti non nascono casualmente.