Spesso le divinità accettavano sacrifici: a loro venivano portati oggetti preziosi, simboli cari, addirittura si sacrificavano vite umane. In cambio, gli umani si aspettavano tempi propizi, inversioni del fato e facilitazioni nel proseguimento della vita.
Le divinità erano crudeli, prendevano e spesso non davano. Anzi, non era assolutamente sicuro che si ottenesse un risultato positivo: i sacerdoti, che facevano da tramite con loro, pretendevano ulteriori sacrifici.
Anche oggi, abbiamo una divinità cui nessuno riesce a sfuggire: e' il "dio del tempo".
"Non posso darti retta", "Devo andare", "E' durato troppo", "Ho una scadenza" sono frasi che appartengono alla vita d' ogni giorno e che implicano il distacco da qualcosa, da una situazione e soprattutto da un' altra persona.
Siamo, quindi, degli adepti del culto del tempo, sacrifichiamo al "Dio del Tempo" il nostro vicino, il collega, nostro figlio oppure il nostro partner. Sacrifichiamo la nostra felicità, la lettura di un libro oppure un atto di amore, per cosa?
Per il dio del tempo, per la continua ostinazione di perdere qualcosa oltre quella che stiamo già perdendo.
Sacrifichiamo perchè, se ci voltassimo indietro a vedere cosa abbiamo ottenuto da quel sacrificio, troveremmo un vuoto od una mancanza. Ci siamo semplicemente spostati da una situazione ad un' altra, grazie alla nostra vittima sacrificiale, per ottenere cosa?
Dedicarsi ad una persona o genericamente ad una situazione presuppone donare del tempo e non sottrarlo: concentrarsi su qualcosa prescinde anche dal tempo, che viene semplicemente misurato ma non può esser nè scambiato nè comprato.
Sicuramente vivremo un' esperienza più ricca e non superficiale, approfondiremo di più le nostre conoscenze di noi stessi e degli altri, vivremo di più senza angoscia.
E non ingrosseremo il numero di vittime sacrificali al dio del tempo....
Che mi possa servire come promemoria!
1 commento:
Drammaticamente vero
Se poi pensiamo che il tutto è in funzione di un altro Dio, il Dio denaro, è ancora peggio. Ne siamo coscienti ma non riusciamo a sfuggire alla morsa del tempo
Se poi pensiamo che solo eventi tragici ci fanno rimodulare il tutto, ci accorgiamo di quanto siamo stolti e di quanto ora ragioniamo al futuro ma un domani ragioneremo anelando al passato e ci perdiamo l'attimo presente, che sarebbe vivo ma che noi lasciamo inesorabilmente.... morire. Quanto il giusto tempo non dedicato avrebbe potuto cambiare un decorso delle cose o solamente apportato un sorriso,... quanto!!
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